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Tematiche di rilievo

Wir, la moneta che ci servirebbe per battere la crisi

 

tratto da: Il sussidiario

scritto da: Giovanni Passali

 

Siamo negli anni Trenta, nel 1929 è scoppiata la crisi economica, siamo nel pieno della Grande Depressione. Dagli Usa, la depressione economica si è diffusa in tutto il mondo. Per cercare di arginarla, uno degli atti tardivi e sconsiderati fu quello attuato dalle banche; una restrizione del credito, che creò una situazione di rarefazione monetaria.

 

Proprio come oggi, con la differenza che quella odierna non è decisa dal sistema bancario, ma è indotta dall’eccesso di liquidità. Oggi le banche, a differenza di allora, hanno inondato il mondo di liquidità, gridando felici ai quattro venti “non abbiamo fatto lo stesso errore del ‘29, abbiamo capito la lezione”. Ma il risultato è stato lo stesso, una restrizione di liquidità.

 

Nel 1934 venne fondato il circuito di moneta locale Wir, da un gruppo di 16 imprenditori simpatizzanti del sistema della moneta libera da interesse, il cui massimo esponente era l’economista Silvio Gesell. Il cuore della sua dottrina era che il denaro dovesse essere libero da interessi. A causa di quelle idee e di quelle riflessioni venne pensato ed istituito il circuito economico Wir, tutt’oggi operativo , con sede a Basilea.

 

Wir, in tedesco è sia l’inizio della parola economia - Wirschaft - sia il pronome della prima persona plurale “noi”. Il caso Wir in quegli anni di crisi non fu un atto isolato. In tutta Europa vi furono diverse iniziative per tentare di promuovere gli scambi commerciali anche in assenza di moneta. Tutte queste iniziative nate sotto la spinta dell’emergenza sopravvissero solo per poco tempo in Europa. Infatti, o mancavano loro le basi culturali e giuridiche oppure fallivano o perdevano la loro importanza con la fine della crisi.

 

L’idea di fondo era quella di creare economia e circuito basato su una moneta alternativa, denominata Wir. Le imprese che partecipavano a questo circuito erano e sono tutte piccole e medie, e accettavano come pagamento una registrazione di credito. Proprio questa tipologia di imprese è quella che trova maggiori difficoltà a reperire liquidità da parte delle imprese finanziarie, soprattutto in situazioni di crisi.

 

Il credito viene riconosciuto alle imprese, da parte dell’ufficio centrale a fronte di una ricchezza reale, rappresentata dalla capacità produttiva dei soci, e non era gravato da interesse. Questo credito, veniva fatto circolare all’interno del circuito, e utilizzato come mezzo di pagamento. Si tratta di una rete di scambio dove tutte la transazioni vengono sia addebitate che accreditate dall’ufficio centrale, e non sono consentiti prelievi di liquidità dai depositi.

 

L’organizzazione è strutturata come una banca, ed è oggi una banca cooperativa; ha la sua sede a Basilea e sette uffici regionali sparsi in tutta la Svizzera, con un organico complessivo di 110 dipendenti. I pagamenti vengono effettuati in forme non diverse da quelle di normali assegni bancari, con carte di credito e moduli bancari.

 

Nel 1990 la banca Wir aveva circa 53.730 membri, 16.788 conti ufficiali e un fatturato semestrale di circa 800 milioni di Wir, appunto il nome della unità di pagamento. Il valore di questa unità è parificato al franco svizzero, quindi 1 buono Wir = 1 Franco Svizzero.A oggi la banca movimenta oltre 3 miliardi di WIR (non convertibili ma equivalenti ai franchi svizzeri) e raggruppa un quarto delle piccole e medie imprese svizzere (circa 60.000 imprese con al massimo 200 dipendenti).

 

Tale moneta locale, per come viene utilizzata, si configura come una vera moneta complementare, poiché è possibile utilizzarla, presso uno degli esercenti appartenenti al circuito, insieme alla moneta ufficiale (il franco svizzero). Le transazioni in Wir generano un conto in Wir, separato dal conto corrente in CHF (franchi svizzeri) che non viene remunerato (denaro privo di interesse, secondo le indicazioni di Silvio Gesell). Questo ovviamente si riflette nella possibilità di attivare linee di credito in Wir a tassi molto bassi.

 

Dal 2000 è diventata una banca in tutto e per tutto, ha aperto i propri battenti anche ai clienti privati, con i quali instaura un rapporto per nulla diverso rispetto alle altre banche commerciali. La sua vocazione di banca, nata per aiutare e proteggere il circuito economico delle piccole imprese, ancora oggi è ben presente e vivace. Per aiutare le imprese a scambiarsi beni e servizi, viene pubblicato un bollettino mensile e tre cataloghi all’anno e offre una piattaforma internet dove è possibile mettere in contatto la domanda con l’offerta.

 

La Banca Wir si è sviluppata, rimanendo fedele a molti dei principi che ne motivarono la nascita il secolo scorso. Oggi la Banca Wir fa pagare interessi molto bassi sui prestiti e non paga alcun interesse sui depositi. Il Wir rimane quindi un sistema per natura non cumulativo o speculativo, fondato sulla circolazione del credito. Esattamente l’opposto della Bce e delle altre banche centrali, le quali danno corso forzoso a loro debiti.

 

Un economista contemporaneo, Studer, nel 1998 ha compiuto uno studio macroeconomico sugli effetti del Wir in economia e sulla relazione con la massa monetaria M1. Studer trovò una correlazione positiva tra i crediti Wir e l’aggregato monetario M1. Questo suggerisce che lo Wir ha una politica di credito anticiclica rispetto alla Banca Nazionale Svizzera.

Ulteriori studi di James Stodder del 2005 hanno messo in paragone il Wir con il circuito americano IRTA (International Reciprocal Trade Association) fondato nei primi anni Settanta. Questo studio ha confermato il ruolo anticiclico dei sistemi di moneta complementare analizzati. Questo vuol dire che le monete complementari vengono utilizzate più spesso e hanno una maggiore diffusione nei periodi di crisi economica.

 

Questo è veramente l’esempio di una moneta locale, il Wir, e di una istituzione bancaria, al servizio dell’economia locale. La moneta locale non viene emessa a debito, ma come credito sulla capacità produttiva dell’azienda. Vuol dire che ha a suo fondamento un atto di fiducia. Non una fiducia cieca, perché viene comunque fatta una analisi dell’azienda. Ma la più accurata analisi non può togliere il fattore rischio, e quindi rimane inalterato l’elemento di fiducia connesso all’emissione di moneta.

 

Abbiamo già notato come la moneta locale Wir sia una moneta alternativa, che sostituisce di fatto completamente, laddove è utilizzabile, la moneta ufficiale, il franco svizzero. Un simile sistema monetario in Europa, dove vige il Trattato di Maastricht, non sarebbe legale. Allora quello che è utilizzabile è un sistema di moneta complementare, dove la moneta locale accompagna la moneta ufficiale, sotto la forma legale del buono sconto.

 

Un simile sistema monetario ha anche un’evidente funzione sussidiaria. Tutti infatti preferiranno utilizzare e ricevere la moneta ufficiale, l’euro; ma accetteranno ben volentieri un’altra forma monetaria, se l’alternativa è quella di non concludere l’atto di compravendita, a causa di una soffocante rarefazione monetaria.

 

Ma il cuore della questione non può essere una semplice costrizione. Per poter scegliere tra una moneta e l’altra, l’alternativa deve prima esistere. E l’alternativa esiste, l’alternativa nasce solo per un radicale atto di fiducia. Al fondo non c’è altro. E la vera fiducia nasce solo dalla vera fede, cioè da una esperienza di vita consolidata nel tempo.

Sguardi nel cervello dei giornalisti

 

tratto da: Appello al popolo

 

 

di Claudio Martini

I fatti di questi giorni suggeriscono molte riflessioni. Lo dico perché accadono cose strane, o meglio cose che possono apparire strane finché non ci si impadronisce della logica che le governa. In queste righe tenterò di enucleare questa logica.
Per farlo mi concentro su quelli che possono essere a buon diritto considerati gli eventi della settimana: la prosecuzione delle proteste in Tunisia, dirette ora contro il governo provvisorio di Fouad Mebazaà, e la "scoperta" che attorno a Berlusconi gravita un gran numero di… ragazze.

Quel che ora mi preme non sono i fatti in sé, ma la loro trattazione da parte dei media imperialisti. Uso questo termine oramai desueto per delimitare una precisa categoria, quella delle grandi imprese di comunicazione nelle mani, in ogni paese, dei potentati economici locali. Queste imprese (in primo luogo giornali) hanno la tendenza, da anni,  ad assomigliarsi sempre più fra loro, fino a costituire un tutto indistinguibile, o meglio uno "sciame" di agenzie mediatiche che si muove con straordinaria compattezza. Repubblica riprende gli articoli del New York Times tratti da inchieste di El Pais, mentre il Corriere pubblica un editoriale firmato da un giornalista di Le Monde che parla delle ultime rivelazioni dell'Indipendent. Questo fenomeno non è certo misterioso: si spiega ricordando che i proprietari di queste testate appartengono alla stessa classe, spesso hanno frequentato le stesse scuole, sono in grado di  parlare la stessa lingua e hanno gli stessissimi interessi in campo finanziario, economico e financo geopolitico. Nulla di strano, quindi.

Questi grandi editori, che dominano la comunicazione del globo dalla due rive dell'Atlantico, odiano Berlusconi. Lo odiano come odiavano Craxi (come ha acutamente notato Il Tempo), e quasi per gli stessi motivi; e come contro Craxi, tentano di scaraventarlo giù dallo scranno con metodi eversivi. L'affaire Ruby, come i precedenti D'Addario e Noemi, si risolvono in queste semplici considerazioni.
Parentesi. Da quanto scritto potrebbe sembrare che io sostenga la tesi del golpe dei giudici "rossi", esattamente come gli esponenti del PdL, neanche copiassi il copione di Cicchitto. Errore: io sono convinto che qualcosa di simile ad un colpo di stato "indolore" abbai eliminato la cricca del CAF nel '92-93, e che si tenti di ripetere l'operazione oggi con Berlusconi, ma non credo che gli esecutori materiali del complotto siano i giudici; tutt'altro, sono i giornalisti.
Non sono le inchieste a far cadere i governi, non sono i PM a sconvolgere il quadro politico con secondi fini golpisti: sono i media, con la loro insostituibile facoltà di creare "rumore di fondo" e scatenare un gran baccano a interferire con il processo democratico. Un accusa, e persino un arresto, che non sollevi l'adeguato clamore mediatico, non servirebbero a nulla. Ricordate Salvatore Cuffaro? Durante il processo per favoreggiamento aggravato il presidente della regione Sicilia era stato oggetto di una vera e propria Crociata della Legalità. Bene, ieri il soggetto è stato recluso nelle patrie galere. La notizia è passata in secondo piano. Oppure: sia Steno sia Antonio Marcegaglia, noti magnati dell'acciaio, sono entrambi stati condannati, in circostanze diverse, per episodi di corruzione. Ciò ha forse impedito a Emma Marcegaglia di diventare presidente di Confindustria? Per nulla: i giudici hanno esercitato senza sconti l'azione penale, ma è mancata la gogna mediatica. Capito chi fa il golpe? Fine Parentesi.
In questi giorni di furore anti-berlusconiano, con inviati stampa e tv in giro per l'Italia per scovare qualcuno (qualcuna)  che rivelasse dettagli scabrosi sulle esuberanze di Berlusconi, ai più sarà sfuggito un dettaglio, l'incontro
tra il nostro premier e quello della Somalia. Nello sfortunato paese africano, strategico come pochi, la guerra civile tra le forza nazionaliste e antimperialiste (qui nella forma dell'islam politico) e i commessi del sistema coloniale ha raggiunto una fase di compromesso, con la formazione di un governo di coalizione: con il suo incontro Berlusconi ha voluto chiarire da che parte stia il nostro paese. Ovviamente, da quella sbagliata.
Questa era un notizia. Si vuole inchiodare il capo del governo alle sue terribili responsabilità? Si parli del suo sostegno agli stupratori della Somalia, un intero paese trasformato dagli interessi occidentali in un campo di battaglia e
in un immondezzaio. Si imbastisca su temi come questi una seria campagna stampa, e vediamo se davvero gli italiani sono così innamorati dell'anziano brianzolo!
Ma i media imperialisti non possono fare nulla del genere. La politica seguita dall'Italia in Somalia, tanto per stare al caso, è quella dettata dalla Nato. In che modo i giornali di De Benedetti o della Fiat potrebbero attaccare Berlusconi con veri argomenti, come la sua scandalosa complicità nell'occupazione dell'Afghanistan o nei ricatti agli operia di Mirafiori e Pomigliano, quando quell'occupazione, e quei ricatti, sono stati voluti, difesi e perorati proprio da quei giornali? Noi viviamo nella paradossale condizione per cui un uomo dagli infiniti lati negativi come il nostro premier viene criticato esclusivamente per i suoi pochissimi lati positivi. In questo il non plus ultra lo ha raggiunto il raffinato Bersani, quando ha pubblicamente paventato che "dopo Berlusconi venga su un Chavez". Chiaro? Il problema, in Berlusconi, sono i suoi punti in comune con Chavez. Tanto basta perché ci sia l'assedio dei media imperialisti.
E veniamo alla Tunisia. Anche qui, non parlo di quanto è accaduto in sè, ma della sua trattazione mediatica, trattazione che riserva notevoli sorprese.
Ben Alì era senz'altro un dittatore, un uomo "messo lì" nel lontano '87 dai servizi segreti francesi e italiani (i quali hanno mostrato somma ingratitudine negandogli asilo nel momento del bisogno), un rappresentante autorevole del declino del socialismo arabo al di fuori dei confini dell'Iraq (dove non c'è mai stata alcuna decadenza, e lo si è dovuto distruggere con un invasione militare). Curiosamente il fato ha sovrapposto le vicissitudini di due presidenti, Ben Ali e Berlusconi, entrambi debitori delle rispettive fortune alo stesso personaggio, Bettino Craxi.
Dicevo che il presidente tunisino era senz'altro un dittatore, ma un dittatore amico dell'occidente. In teoria i custodi e i padroni dell'occidente, le oligarchie proprietarie dei mezzi di comunicazione di massa, avrebbero dovuto difendere il loro uomo, e diffamare le masse esasperate dando loro una connotazione quanto più possibile negativa agli occhi dell'opinione pubblica che conta, cioè quella bianca e cristiana.
I media imperialisti non l'hanno fatto, e, solidali con i governi dei rispettivi paesi, hanno "lasciato andare" (to drop down), come ai suoi tempi accadde al tiranno iraniano, Reza Pahlevi, il tiranno arabo; ma sono andati oltre. Hanno creato un clima di solidarietà e simpatia con i rivoltosi, e hanno trovato un nome carino alla rivoluzione (ora "dei gelsomini"). Chi sfogliasse Repubblica di qualche giorno fa, troverebbe una bella cartina dei regimi dispotici del nord africa, con l'indicazione, che pareva un auspicio, che il germe della rivolta potrebbe contagiare le masse di tutto il martoriato mondo arabo.
Ora questo appello a rovesciare il dittatore è pienamente comprensibile, nella logica che guida i media imperialisti, per quanto riguarda la Libia di Gheddafi; ma l'Egitto di Mubarak? Il vecchio necrofago ha trasformato il suo paese in un vero avamposto dell'occidente, e in una garanzia della sicurezza di Israele. Coem possono augurarsi che cada travolto da un insurrezione popolare?
Avanzo un ipotesi. L'habitus mentale del giornalista medio delle agenzie di comunicazione occidentali si è formato, pressappoco, negli anni '80. La fine di quel decennio e l'inizio del successivo sono il momento storico delle rivolte anti-comuniste (Solidarnosc in Polonia, caduta del muro di Berlino, fine dei regimi filosovietici in Etiopia e Yemen, caduta di Ceusescu in Romania, tentata insurrezione a Pechino, Eltsin respinge il colpo di stato, ecc ecc). Dal punto di vista del nostro amico che lavora nei media  imperialisti, la sollevazione popolare al di fuori dei confini dell'occidente è democratica per definizione. E così, per riflesso condizionato, si finisce per porre in buona luce, mettendole nello stesso calderone, non solo le "rivoluzioni colorate" chiare e conclamate. come quella in Serbia nel 2000, in Georgia nel 2003, in Ucraina nel 2004, in Libano nel 2005 eccetera, ma anche eventi eventi che non hanno alcun legame fra loro, come le manifestazioni di Teheran nel 2009, quelle a Bangkok nello stesso anno fino alle sedizioni in atto in questi giorni a Tirana.
Il caso tunisino rientra in questa tipologia: il giornalista vede una sollevazione popolare in un paese non-occidentale, il cui governo è per definizione non democratico. L'atteggiamento culturale del ceto colto e semi-colto in Europa e negli USA prevede che, al di fuori dell'occidente, Terra delle Libertà, non esistano governi democratici: solo dittature di bruti: nel momento in cui l'esasperazione popolare pone fine al potere di questi bruti, anche se questi bruti erano fidi guardiani dell'ordine neo-coloniale, i media occidentali non riescono ad assumere correttamente le linee guida della convenienza geopolitica e vanno a sbattere nella solidarietà con i rivoltosi.
Questa impostazione, che definirei quasi istintiva, è il riflesso di un altra convinzione, che ha del metafisico: se i governi fuori dell'occidente sono anti-democratici, quelli dei paesi dell'occidente sono per forza democratici, ragion per cui chi li contesta senza rispettare, non dico la legalità ma persino il galateo, è necessariamente un matto o un estremista. Come facevo notare parlando dei fatti del 14 dicembre a Roma, le proteste violente, le proteste vere non sono accettate all'interno della metropoli imperialista, e ciò che è eroico a Tunisi è scandaloso a Milano. Logicamente questa regola vale anche per le emanazioni dei governi occidentali-per-forza-democratici, come ad esempio le truppe in missione di pace, per cui chi si azzarda a combatterle con il trascurabile fine di liberare la propria Patria è un orribile terrorista.
Siamo perciò al paradosso: quando la resistenza irachena, alfiere della libertà e della dignità araba,  attacca le istituzioni dell'occupante dei suoi collaborazionisti, commette crimini inaccettabili, meritevoli di tremenda punizione; quando il popolo egiziano, desideroso di quella stessa libertà e di quella stessa dignità, scenderà in piazza per conquistarla, avrà tutto il plauso di chi finora li ha condannati alla miseria e all'oppressione.

GEAB n. 51: Crisi sistemica globale – 2011: L’anno impietoso all’incrocio di tre strade del caos mondiale

 

 

tratto da: Appello al popolo

trad. di G.P. per Conflittiestrategie


 

Questo numero 51 del GEAB celebra il quinto anniversario della pubblicazione del Global Europe Anticipation Bulletin.     Nel gennaio 2006, in occasione del GEAB N°1, il gruppo di LEAP/E2020 indicava che la fase da quattro a sette anni che si approssimava sarebbe stata caratterizzata “dalla caduta del muro del dollaro„, fenomeno simile a quello della caduta del muro di Berlino che negli anni successivi aveva trascinato al crollo il blocco comunista, quindi alla fine dell'URSS. Oggi, in questo GEAB N°51 che presenta trentadue previsioni per il 2011, riteniamo che l'anno a venire sarà un anno cerniera in questo processo, dispiegandosi dunque tra il 2010 ed il 2013. Sarà in ogni caso un anno impietoso poiché, infatti, segnerà l'entrata del mondo pre-crisi nella fase terminale(1).

Dal settembre 2008, momento in cui l'evidenza della natura globale e sistemica della crisi si è imposta a tutti, gli Stati Uniti, e dietro di loro i paesi occidentali, si sono accontentati di misure palliative che non hanno fatto altro che mascherare gli effetti erosivi della crisi sulle basi del sistema internazionale contemporaneo. Il 2011, secondo il nostro gruppo, segnerà il momento determinante allorché da una parte queste misure palliative vedono dissolversi il loro effetto anestetizzante mentre, al contrario, emergeranno brutamente in primo piano le conseguenze dello smembramento sistemico di questi ultimi anni (2). Riassumendo, il 2011 sarà segnato da una serie di chocs violenti che faranno esplodere le false protezioni realizzate dal 2008 (3) e che porteranno via “i pilastri„ sui quali riposa da decenni “il muro dollaro„. Solo i paesi, Comunità, organizzazioni ed individui che da tre anni hanno realmente tratto una lezione dalla crisi in corso, al fine di allontanarsi il più rapidamente possibile dai modelli, valori e comportamenti pre-crisi, attraverseranno indenni quest'anno; gli altri saranno trascinati nella processione di difficoltà monetarie, finanziarie, economiche, sociali e politiche che il 2011 riserverà. Così, poiché pensiamo che il 2011 sarà globalmente l'anno più caotico dal 2006, data dell'inizio dei nostri lavori sulla crisi, il nostro gruppo si è concentrato nella GEAB N°51 su 32 previsioni, che comportano anche numerose raccomandazioni per fare fronte agli chocs a venire. Si tratta di una sorta di mappa previsionale delle scosse finanziarie, monetarie, politiche, economiche e sociali per i prossimi dodici mesi quella che offre questo numero del GEAB. Se il nostro gruppo ritiene che il 2011 sarà l'anno più terribile dal 2006, data dell'inizio del nostro lavoro di previsione della crisi sistemica, è in quanto siamo all'incrocio delle tre strade del caos mondiale. Fallito il trattamento di fondo delle cause della crisi, dal 2008 il mondo non ha fatto che rinculare per saltare meglio.

Un sistema internazionale esangue

La prima strada che la crisi può prendere per generare un caos mondiale, è semplicemente uno choc violento ed imprevedibile. La rovina del sistema internazionale ormai è in stato così avanzato che la sua coesione è alla mercé di catastrofi di qualsiasi portata (4). Basta vedere l'incapacità della Comunità internazionale di aiutare efficacemente da un anno Haiti (5), gli Stati Uniti di ricostruire New Orleans da sei anni, l' ONU di regolare i problemi del Darfour e della Costa d' Avorio da un decennio, gli Stati Uniti di fare avanzare la pace nel Vicino-Oriente, la NATO di battere i taliban in Afganistan, il Consiglio di sicurezza di controllare le questioni coreane ed iraniane, l' Occidente di stabilizzare il Libano, il G20 di porre fine alla crisi mondiale finanziaria, alimentare, economica, sociale, monetaria,… per constatare che sull'insieme della gamma delle catastrofi climatiche ed umanitarie, come crisi economiche e sociali, il sistema internazionale è ormai impotente. In realtà, almeno dalla metà degli anni 2000, l'insieme dei grandi attori mondiali, ai primi posti dei quali si trovano naturalmente gli Stati Uniti e il suo corteggio di paesi occidentali, fa soltanto propaganda, gesticolazione. Nella realtà, non va più nulla: la pallina delle crisi gira e ciascuno trattiene il respiro affinché essa non cada nella sua casella. Ma gradualmente la moltiplicazione dei rischi e dei temi di crisi ha trasformato la roulette da casinò in roulette russa. Per LEAP/E2020, il mondo intero inizia a giocare alla roulette russa (6), o piuttosto alla sua versione 2011 “la roulette americana„, con cinque pallottole nel tamburo.

L' innalzamento dei prezzi delle materie prime (alimentari, energetici (7),…) ci ricorda il 2008 (8). E' infatti nel semestre che precedette il crollo di Lehman Brothers e di Wall Street che si è situato l'ultimo episodio di forti aumenti dei prezzi delle materie prime. E le cause attuali sono della stessa natura di quelle di ieri: una fuga dagli attivi finanziari e monetari a favore di sistemazioni “concrete„. Ieri i grandi operatori fuggivano i crediti ipotecari e tutto ciò che ne dipendeva come il dollaro US; oggi fuggono l'insieme dei valori finanziari ed i buoni del tesoro (C) ed altri debiti pubblici. Occorre dunque aspettarsi, tra la primavera 2011 e l'autunno 201,1 l'esplosione della bolla quadrupla dei buoni del tesoro, dei debiti pubblici (10), dei bilanci bancari (11) e del settore immobiliare (americano, cinese, britannico, spagnolo,… e commerciale (12)); tutto ciò si svolge sul fondo di guerra monetaria esacerbata (13). L' inflazione indotta dal Quantitative Easing americano, britannico e giapponese e le misure d'incentivazione degli stessi, degli europei e dei cinesi sarà uno dei fattori destabilizzanti del 2011 (14). Ci ritorneremo nei particolari in questo GEAB N°51. Ma, quel che è evidente osservando ciò che avviene in Tunisia (15), il contesto mondiale, in particolare l'aumento dei prezzi delle derrate e dell'energia, sfocerà d'ora in poi in chocs sociali e politici radicali (16). L' altra realtà che rivela il caso tunisino, è l'impotenza “dei padrini„ francesi, italiani o americani di impedire il crollo di “un regime-amico„ (17).

Impotenza dei principali attori geopolitici mondiali

E quest'impotenza dei principali attori geopolitici mondiali è l' altra strada che la crisi può utilizzare per generare un caos mondiale nel 2011. Infatti, si possono classificare le principali potenze del G20 in due gruppi tra cui il solo punto in comune è che non riescono ad influenzare gli eventi in modo decisivo. Da un lato c'è l' Occidente moribondo con, da una parte, gli Stati Uniti, di cui il 2011 dimostrerà che la sua leadership è solo un romanzo (vedere in questo GEAB N°51) e che essi tentano di solidificare tutto il sistema internazionale nella sua configurazione dell'inizio degli anni 2000 (18); e poi c'è l' Eurolandia, “sovrana„ in gestazione che principalmente è concentrata sul suo adattamento al suo nuovo ambiente (19) ed sul suo nuovo statuto d'entità geopolitica emergente (20), e che non ha dunque né la forza, né la visione necessaria per pesare sugli eventi mondiali (21). E dall'altro lato, si trovano i BRIC (con in particolare la Cina e la Russia) che si dimostrano incapaci per il momento di prendere il controllo completo o parziale del sistema internazionale e la cui sola azione si limita dunque a scalzare con discrezione ciò che resta della basi dell'ordine pre-crisi (22).

Alla fine, c' è pertanto un'impotenza che si generalizza (23) a livello della Comunità internazionale, che rafforza non soltanto il rischio di chocs principali, ma anche l'importanza delle conseguenze di questi chocs. Il mondo del 2008 è stato preso di sorpresa dallo choc violento della crisi, ma il sistema internazionale era paradossalmente meglio fornito per reagire poiché organizzato intorno ad un leader incontestato (24). Nel 2011, non sarà così: non soltanto non c'è un leader incontestato, ma il sistema è esangue come si è detto in precedenza. E la situazione è ancora peggiorata dal fatto che le società di un grande numero di paesi del pianeta sono sul precipizio della caduta socioeconomica.

Società sul precipizio della caduta socioeconomica

E' in particolare il caso di Stati Uniti ed Europa dove tre anni di crisi iniziano a pesare molto nella bilancia socioeconomica, e dunque politica. Le famiglie americane ormai insolventi per decine di milioni oscillano tra povertà subita (25) e collera anti-sistema. I cittadini europei, incastrati tra disoccupazione e smantellamento dello Stato-provvidenza (26), iniziano a rifiutare di pagare le aggiunte delle crisi finanziarie e di bilancio ed intraprendere la ricerca dei colpevoli (banche, euro, partiti politici di governo,…). Ma anche fra le potenze emergenti, la transizione violenta costituita dalla crisi, conduce tali società verso situazioni di rottura: in Cina, la necessità di controllare le bolle finanziarie in progressione confligge col desiderio d'arricchimento di settori interi della società come col bisogno di occupazione di decine di milioni di lavoratori precari; in Russia, la debolezza della rete sociale si adatta male all'arricchimento delle élite, come anche nell'Algeria agitata da sommosse. In Turchia, in Brasile, in India, ovunque la transizione rapida conosciuta da questi paesi determina sommosse, proteste, attentati. Per ragioni a volte paradossali, sviluppo per le une, impoverimento per le altre, un po' dovunque sul pianeta le nostre varie società abbordano il 2011 in un contesto di forti tensioni, di rotture socioeconomiche, trasformandosi polveriere politiche. E' la sua posizione all'incrocio di queste tre strade che fa del 2011 un anno impietoso. E impietoso lo sarà per gli Stati (e le Comunità locali) che hanno scelto non di trarre le difficili lezioni dai tre anni di crisi che sono seguiti e/o che si sono accontentati di cambiamenti cosmetici che non hanno modificato in nulla i loro squilibri fondamentali. Lo sarà anche per le imprese (e per gli Stati (27)) che hanno creduto che la schiarita del 2010 fosse il segno di un ritorno “alla normalità„ dell'economia mondiale. E infine lo sarà per gli investitori che non hanno capito che i valori di ieri (titoli, valute,….) non potevano essere quelle di domani (in ogni caso per molti anni). La Storia è generalmente una “buona figlia„. Dà spesso un colpo di ammonimento prima di spazzare il passato. Questa volta, ha dato il colpo di ammonimento nel 2008. Riteniamo che nel 2011, darà il colpo di spazzola. Solo gli attori che hanno intrapreso, forse laboriosamente, forse parzialmente, l'adattamento alle nuove condizioni generate dalla crisi potrà resistere; per gli altri il caos è la fine della strada.

Notes:

(1) Ou du monde tel qu'on le connaît depuis 1945 pour reprendre notre description de 2006.

(2) La récente décision du ministère du Travail américain d'étendre à cinq ans la mesure du chômage de longue durée dans les statistiques de l'emploi US, au lieu du maximum de deux ans jusqu'à maintenant, est un bon indicateur de l'entrée dans une étape nouvelle de la crise, une étape qui voit disparaître les « habitudes » du monde d'avant. D'ailleurs, le gouvernement américain cite « la montée sans précédent » du chômage de longue durée pour justifier cette décision. Source :

The Hill, 28/12/2010

(3) Ces mesures (monétaires, financières, économiques, budgétaires, stratégiques) sont désormais étroitement connectées. C'est pourquoi elles seront emportées dans une série de chocs successifs.

(4) Source :

The Independent, 13/01/2011

(5) C'est même pire puisque c'est l'aide internationale qui a apporté le choléra dans l'île, faisant des milliers de morts.

(6) D'ailleurs Timothy Geithner, le ministre américain des Finances, peu connu pour son imagination débordante, vient d'indiquer que « le gouvernement américain pouvait avoir à nouveau à faire des choses exceptionnelles », en référence au plan de sauvetage des banques de 2008. Source : MarketWatch, 13/01/2011

(7) D'ailleurs l'Inde et l'Iran sont en train de préparer un système d'échange « or contre pétrole » pour tenter d'éviter des ruptures d'approvisionnement. Source :

Times of India, 08/01/2011

(8) L'indice FAO des prix alimentaires vient de dépasser en Janvier 2011 (à 215) son précédent record de Mai 2008 (à 214).

(9) Les banques de Wall Street se débarrassent actuellement à très grande vitesse (sans équivalent depuis 2004) de leurs Bons du Trésor US. Leur explication officielle est « l'amélioration remarquable de l'économie US qui ne justifie plus de se réfugier sur les Bons du Trésor ». Bien entendu, vous êtes libres de les croire comme le fait le journaliste de

Bloomberg du 10/01/2011.

(10) Ainsi l'Euroland avance déjà à grand pas sur le chemin décrit dans le GEAB N°50 d'une décote en cas de refinancement des dettes d'un Etat-membre ; tandis que désormais les dettes japonaise et américaine s'apprêtent à entrer dans la tourmente. Sources :

Bloomberg, 07/01/2011 ; Telegraph, 05/01/2011

(11) Nous estimons que d'une manière générale les bilans des grandes banques mondiales contiennent au moins 50% d'actifs-fantômes dont l'année à venir va imposer une décote de 20% à 40% du fait du retour de la récession mondiale avec l'austérité, de la montée des défauts sur les prêts des ménages, des entreprises, des collectivités, des Etats, des guerres monétaires et de la reprise de la chute de l'immobilier. Les « stress-tests » américain, européen, chinois, japonais ou autres peuvent toujours continuer à tenter de rassurer les marchés avec des scénarios «

Bisounours » sauf que cette année c'est « Alien contre Predator » qui est au programme des banques. Source : Forbes, 12/01/2011

(12) Chacun de ces marchés immobiliers va encore fortement baisser en 2011 pour ceux qui ont déjà entamer leur chute ces dernières années, ou dans le cas chinois, va entamer son dégonflement brutal sur fond de ralentissement économique et de rigueur monétaire.

(13) L'économie japonaise est d'ailleurs l'une des premières victimes de cette guerre des monnaies, avec 76% des chefs d'entreprises des 110 grandes sociétés nippones sondées par Kyodo News se déclarant désormais pessimistes pour la croissance japonaise en 2011 suite à la hausse du Yen. Source :

JapanTimes, 04/01/2011

(14) Voici quelques exemples édifiants rassemblés par l'excellent John Rubino. Source :

DollarCollapse, 08/01/2011

(15) Pour rappel, dans le

GEAB N°48, du 15/10/2010, nous avions classé la Tunisie dans les « pays à risques importants » pour 2011.

(16) Nul doute d'ailleurs que l'exemple tunisien génère une salve de réévaluation parmi les agences de notation et les « experts en géopolitiques » qui, comme d'habitude, n'ont rien vu venir. Le cas tunisien illustre également le fait que ce sont désormais les pays satellites de l'Occident en général, et des Etats-Unis en particulier, qui sont sur le chemin des chocs de 2011 et des années à venir. Et il confirme ce que nous répétons régulièrement, une crise accélère tous les processus historiques. Le régime Ben Ali, vieux de vingt-trois ans, s'est effondré en quelques semaines. Quand l'obsolescence politique est là, tout bascule vite. Or c'est l'ensemble des régimes arabes pro-occidentaux qui est désormais obsolète à l'aune des évènements de Tunisie.

(17) Nul doute que cette paralysie des « parrains occidentaux » va être soigneusement analysée à Rabat, au Caire, à Djeddah et Amman par exemple.

(18) Configuration qui leur était la plus favorable puisque sans contrepoids à leur influence.

(19) Nous y revenons plus en détail dans ce numéro du GEAB, mais vu de Chine, on ne s'y trompe pas. Source :

Xinhua, 02/01/2011

(20) Petit à petit les Européens découvrent qu'ils sont dépendants d'autres centres de pouvoir que Washington. Pékin, Moscou, Brasilia, New Delhi, … entrent très lentement dans le paysage des partenaires essentiels. Source :

La Tribune, 05/01/2011 ; Libération, 24/12/2010 ; El Pais, 05/01/2011

(21) Toute l'énergie du Japon est concentrée sur sa tentative désespérée de résister à l'attraction chinoise. Quant aux autres pays occidentaux, ils ne sont pas en mesure d'influer significativement sur les tendances mondiales.

(22) La place du Dollar US dans le système mondial fait partie de ces derniers fondements que les BRIC érodent activement jour après jour.

(23) En matière de déficit, le cas américain est exemplaire. Au-delà du discours, tout continue comme avant la crise avec un déficit en gonflement exponentiel. Pourtant même le FMI tire désormais la sonnette d'alarme. Source :

Reuters, 08/01/2011

(24) D'ailleurs même le

Wall Street Journal du 12/01/2011, se faisant l'écho du Forum de Davos, s'inquiète de l'absence de coordination internationale, qui est en soi un risque majeur pour l'économie mondiale.

(25) Des millions d'Américains découvrent les banques alimentaires pour la première fois de leur vie, tandis qu'en Californie, comme dans de nombreux autres états, le système éducatif se désagrège rapidement. En Illinois, les études sur le déficit de l'Etat le comparent désormais au Titanic. 2010 bat le record des saisies immobilières. Sources :

Alternet, 27/12/2010 ; CNN, 08/01/2011 ; IGPA-Illinois, 01/2011 ; LADailyNews, 13/01/2011

(26) L'Irlande qui est face à une reconstruction pure et simple de son économie est un bon exemple de situations à venir. Mais même l'Allemagne, aux résultats économiques pourtant remarquables actuellement, n'échappe pas à cette évolution comme le montre la crise du financement des activités culturelles. Tandis qu'au Royaume-Uni, des millions de retraités voient leurs revenus amputés pour la troisième année consécutive. Sources :

Irish Times, 31/12/2010 ; Deutsche Welle, 03/01/2011 ; Telegraph, 13/01/2011

(27) A ce sujet, les dirigeants américains confirment qu'ils foncent tout droit dans le mur des dettes publiques, faute d'anticiper les difficultés. En effet la récente déclaration de Ben Bernanke, le patron de la FED, dans laquelle il affirme que la Fed n'aidera pas les Etats (30% de baisse des revenus fiscaux en 2009 d'après le

Washington Post du 05/01/2011) et les villes qui croulent sous les dettes, tout comme la décision du Congrès d'arrêter l'émission des « Build American Bonds » qui ont évité aux Etats de faire faillite ces deux dernières années, illustrent un aveuglement de Washington qui n'a d'équivalent que celui dont Washington a fait preuve en 2007/2008 face à la montée des conséquences de la crise des « subprimes ». Sources : Bloomberg, 07/01/2011 ; WashingtonBlog 13/01/2011

Daniel Estulin: Il discorso a Praga

Prelevato da: Voci dalla strada.

 

Questo è il mio discorso a Praga. Una sala piena dei più alti dignitari del paese. Ho parlato dello stato-nazione, l’immortalità e la dignità umana. In totale, circa 90 minuti di discorso. Credo che in questo discorso resta totalmente chiaro il ruolo del Bilderberg nell’organigramma del potere. Non sono cospirazioni-paranoie, sono ideali per i quali vale la pena perfino morire.

Daniel Estulin
http://www.danielestulin.com/
Nel mondo delle finanze internazionali ci sono quelli che dirigono gli avvenimenti e quelli che reagiscono di fronte agli stessi. Mentre questi ultimi li conosciamo di più, sono più numerosi e apparentemente sono anche più influenti, il vero potere giace nelle mani dei primi. Occupando il centro del sistema finanziario globale è l’oligarchia rappresentata oggi dal Club Bilderberg.
L’organizzazione Bilderberg è dinamica, in quanto cambia con il trascorrere del tempo assorbendo e creando nuovi elementi mentre elimina i pezzi superflui e in decomposizione. I suoi membri vanno e vengono, ma il meccanismo in sé stesso non è cambiato. E’ un sistema che si perpetua a se stesso, una ragnatela virtuale di interessi finanziari, politici, economici ed industriali allacciati intorno al suo unico nucleo, il modello Fondi ultramontano veneziano.
Ma questa non è una società segreta. Non abbiamo qui un occhio malvagio che tutto vede o una cospirazione giudaico-massonica.
Non c’è una cospirazione per quanto la gente possa pensarlo così come nelle sue fantasie infantili. Non esiste nessun gruppo di persone, per quanto sia potente, che si siede intorno ad un tavolo in una stanza buia, tenendosi per mano, guardando in una sfera di cristallo e pianificando il nostro futuro.

Il Bilderberg non è un mondo di fantasia cartesiano nel quale, nel succedersi delle generazioni, si impongono intenzioni isolate di individui concreti invece di processi dinamici sociali che agiscono come fattori che segnano il corso della storia e l’evoluzione delle idee. E’ clinicamente rilevante il fatto che attualmente, le più diverse e disparate teorie sulla cospirazione riflettono lo stile particolarmente patologico nella fantasia  infantile associata al Signore degli Anelli, la Guerra delle Galassie o il culto di Harry Potter. Questo tipo di culto esprime un’azione mentale caratteristica, che è il potere magico della volontà agendo al di fuori dalla dimensione fisica reale dello spazio-tempo.

Si tratta di un raduno di persone che rappresentano una certa ideologia. Il Bilderberg è un mezzo per riunire le istituzioni finanziare più potenti e depravatrici di tutto il panorama economico mondiale. E oggi come oggi, questa combinazione di interessi è la peggior nemica dell’Umanità.

Non è un Governo Mondiale Unico o un Nuovo Ordine Mondiale come molta gente crede erroneamente. Piuttosto, l’ideologia è quella di un’Azienda Mondiale S.A. Nel 1968, durante un incontro Bilderberg in Canada, George Ball, che all’epoca era segretario degli Affari Economici con J.F. Kennedy, chiese: “Dove si trova la legittimità affinché dirigenti di corporazioni possano prendere decisioni che incidono così profondamente sulla vita economica delle nazioni la cui responsabilità di fronte ai governi è limitata?
 
L’idea dopo ogni incontro Bilderberg è la creazione di quello che loro chiamano l’Aristocrazia Del Proposito, tra le élites europee e statunitensi al fine di gestire il pianeta del miglior modo possibile. In altre parole: la creazione di una rete globale di cartelli giganti. Più potenti di qualsiasi nazione sulla Terra, destinati a controllare i bisogni vitali del resto dell’umanità.

La vita è il potere dell’Universo. L’unica cosa che esiste che è più grande della vita è il potere della mente umana. Come può sopravvivere la razza umana in questa epoca di risorse in esaurimento? Come possiamo sviluppare il futuro dell'umanità?

Ogni generazione di esseri umani dovrebbe essere un miglioramento rispetto a quella precedente, in termini di capacità, conoscenza e cultura. Dal momento che è così che l'umanità ha un senso dinamico di essere in movimento di generazione in generazione. Vediamo che le persone oggi sono parte di una società senza futuro. Perché? 

L’EDUCAZIONE BASATA SUL RISULTATO. Implica una forte soppressione delle competenze creative del ragionamento, quelle abilità mentali uniche degli esseri umani che si esprimono tipicamente in forma di valide scoperte assiomatico-rivoluzionarie nella scienza fisica.

Tuttavia, la finalità propria della formazione non è preparare i giovani per lo stato sociale predeterminato nella vita adulta. L’unico scopo morale dell’educazione è quello di sviluppareun intero popolo e metterli a livello di conoscenze scientifiche e morali necessarie, non soltanto per perpetuare la società nello stato presente dell'umanità, ma per elevare questa umanità ad un ulteriore passo avanti.

In un contesto morale, l'obiettivo dell'educazione è quello di portare il potenziale cognitivo di ogni persona ad uno standard di qualità di cittadino. Lo scopo dell'educazione è quello di affermare l'universalità dell'umanità, che è qualcosa che si ottiene comprendendo la storia della scoperta delle idee universali.

Ovviamente non abbiamo questo tipo di sistema educativo in atto. Perché? Perché quelli che dirigono il mondo in questo momento credono che la popolazione esiste per produrre schiavi che soddisfino i loro interessi. A loro non interessa che diventiamo intelligenti e che ci rendiamo conto che non apparteniamo a loro. Il potere dei re nasce dalla predisposizione e la volontà delle masse di accettare il loro regno. 

Impero non è sinonimo di qualche re seduto su un trono dorato. Gli imperi sono al di sopra dei re. E’ un sistema di controllo. E’ il controllo attraverso il sistema finanziario, un sistema internazionale in mani dei grandi banchieri.

Se la gente comune pretende di partecipare all’auto-governo allora deve essere anche partecipe delle idee per le quali si governa una società. La coscienza di queste idee da parte della popolazione generale supporrebbe la fine del sistema oligarchico. Le nazioni che promuovono la crescita creativa-mentale dei loro cittadini producono persone che non tollereranno forme di controllo oligarchiche indefinitamente. Quelle popolazioni che sono analfabete e  tecnologicamente ritardate invece lo faranno: di fatto, non c’è dubbio che l’analfabetismo ed il ritardo tecnologico sono cause che contribuiscono al risorgere del potere dell’oligarchia.

Visto in questo modo, qui abbiamo un problema morale. Un problema per il destino dell’essere umano. Ogni generazione dovrà andare oltre quello che è stato già esplorato dalla generazione precedente.Questa speranza, che qualcosa accadrà, che è al di là di quello che abbiamo oggi è l'idea che dovrebbe essere nella mente di un vecchio moribondo. Che la sua vita abbia senso perché ha messo le basi per una vita migliore di quella che lui ha conosciuto.

Immortalità
Detto questo sono arrivato ad un’altra questione che volevo porvi questa sera. Cosa significa essere immortale?
Se muori, qual è il senso della tua vita? Questa è una percezione, questa comprensione di se stessi, di ciò che significa essere umano, quello che definisce una società morale. Implica l'essere disposto a dare la vita se  è necessario per la propria nazione, per poter perpetuare questi valori a future generazioni e anche onorare le generazioni precedenti che ci hanno lasciato quest’eredità da condividere tra tutti.

Il problema è però che in politica ci sono pochi politici che hanno questo sentimento di immortalità personale. La maggior parte sono dei falliti dato che spesso quando raggiungonoil punto di prendere una decisione, si produce una situazione nella quale quel politico sapeva che la sua parola sarebbe stata decisiva per questo o quell’altro aspetto dell’umanità ma sacrifica l’umanità per soddisfare la sua vanità o ottenere a breve termine vantaggio personale. 

La nostra vita mortale ha un inizio ed una fine inevitabile. Qual' è, dunque, il nostro interesse immortale nell' essere persone? Tutti i leader sociali, specialmente in tempi di crisi, sono leader perché si avvicinano in qualche modo ad uno standard. E’ attraverso la buona educazione, specialmente nella buona educazione morale quando insegniamo ai nostri figli e ad altri a capire quel principio di immortalità.

Quando generiamo e trasmettiamo le scoperte dei Principi Universali ai nostri figli, e a quelli che sono arrivati dopo, restiamo in questo modo vivi per sempre nella storia dell’umanità. Nella nostra esistenza mortale non è più questione se esiste un inizio o una fine. Abbiamo trovato un posto nell’eternità dal quale irradiamo questa esperienza alle generazioni che ci seguono e proiettiamo il nostro essere verso il futuro. Ci trasformiamo in figli immortali del Creatore dell’Universo.

Essa richiede il progresso tecnologico, scientifico e culturale, non semplicemente per essere più ricchi o potenti ma perché abbiamo bisogno di essere immortali, qualcosa che nessun animale può fare. Abbiamo bisogno di formare parte della scoperta e dell’applicazione dei principi fisici universali dato che nessun animale può, ma noi si. In questo modo quando ci troviamo faccia a faccia con la nostra vera motivazione, allora siamo moralmente invincibili.

Senza amore per la giustizia e la verità non c’è alcun valore in noi. Nella nostra civiltà tutte quelle persone che trasmettono l’idea dell’immortalità ad altri hanno in sè un pizzico di immortalità. Credo che nella Repubblica Ceca esiste un uomo così. Può essere che ne abbiate sentito parlare. Potreste aver sentito parlare di lui. Il suo nome è Vaclav Klaus. Tutti i leader della società, soprattutto in tempi di crisi, sono leader perché s’incastrano bene in un certo tipo di standard. Questo è il motivo per cui gente come Barroso, Van Rompuy, Jean Claude Juncker, Dominique Strauss-Kahn (direttore del FMI) possono a mala pena considerarsi leader. Di fatto, è difficile anche considerarli umani dal punto di vista dell’essere umano come rappresentante di un BENE SUPERIORE PER L’UMANITA’.
Per poter sopravvivere, la nostra società deve riscoprire la virtù politica e il coraggio. L'occasione è stata data qui e ora nel mezzo di una tempesta.

Colonizzando Marte...
Permettemi di chiedervi: Saremo qui tra 30 anni? E tra 100? Cosa succederà se vi parlo di 500.000 anni o più…un milione forse? Qual è l’obbligo morale di un essere umano? Assicurare la sopravvivenza della specie. Abbiamo bisogno di sviluppare Marte, questa è una questione di infrastrutture.
Terra-Luna-Marte. Un progetto di 3 generazioni.

Bilderberg e Co. hanno distrutto il programma spaziale degli USA. E perché? Perché arrivare allo spazio è progresso. Il programma spaziale simbolizza l’idea dell’uomo come un essere con una meta nell’Universo. Il futuro dell’umanità si trova nello spazio. Quando si vive per il futuro dell’umanità e per quello che ciò rappresenta questo in futuro, allora si, l’esistenza ha un senso. Dall’altra parte l’Impero del denaro si fonda sulla soppressione dello sviluppo scientifico e della conoscenza mantenendo le persone nell'arretratezza e stupidità. Secondo il Bilderberg e Co. non esistono i principi scientifici. Ciò fa si che il problema si concentri nel sapere nel concetto di verità. Nel sistema Bilderberg la verità non esiste. E’ un sistema imperialista. Non c’è verità. C’è solo l'arroganza del potere. 

Riduzione della popolazione
  • 1-Crescita zero, progresso zero. Club di Roma (Limiti della Crescita)
  • 2-Il progetto degli 80 del CFR che promuove la disintegrazione dell’economia mondiale.
  • 3-La “distruzione della Domanda” del Bilderberg degli anni 95. Come distruggi la domanda? Distruggendo l’economia mondiale di proposito.
Tagli nella produttività, in infrastrutture, tagli nelle invenzioni e la tecnologia, così si forza il collasso della popolazione. Se inoltre fai in modo che le persone siano idiote e riesci a far si che non siano troppe, allora potranno essere controllate da una minoranza.

I circoli di Liebniz hanno scoperto 300 anni fa che il progresso e lo sviluppo sono direttamente proporzionali alla densità della popolazione.

Quando costruiamo infrastrutture stiamo riorganizzando lo spazio-tempo della biosfera, permettendo che questa raggiunga livelli più elevati di densità del flusso energetico. Come un aspetto della creatività umana, un progetto non è concepito come un prodotto per il consumo immediato. E’ un processo designato per estendere il senso dell’uomo al di là delle sue percezioni personali, connettendolo con generazioni che continueranno la sua eredità a lungo dopo che ha cessato di esistere come individuo su questo pianeta.

In questo modo abbiamo periodi dello sviluppo umano: si comincia con i progressi via mare, il sistema fluviale, agro-industria, successivamente fino ad arrivare al sistema Stato Nazione. E quest’ultimo rappresenta l’unico modo di sopravvivenza in questo momento. Non capiremo il perché almeno che non lo vediamo nel suo contesto storico.

Bilderberg è  qualcosa di nuovo ma i suoi ideali hanno 2.500 anni, cioè, sono molto vecchi. Carlo Magno ha sviluppato una civiltà di tradizione agostiniana in collaborazione con la cultura islamica di Haroun-Al-Rashid del Califfato Arabo di Baghdad. Le stesse forze che oggi lavorano per sterminarci le abbiamo cercando di distruggere quanto costruito da Carlo Magno. Hanno reclutato questi "delinquenti", che si chiamavano la cavalleria Normale, agli ordini degli usurai veneziani ed hanno montato un sistema chiamato Le Crociate nelle quali uccidevano tutti: Ebrei, Arabi, Cristiani, tutti, hanno distrutto la società e la civiltà.
 
E questo mi porta al campo economico. L’economia non ha NULLA a che vedere con il denaro. A meno che tu non sia uno di quelli che non credono nel futuro dell’umanità, nel potenziale universale della mente, nel progresso e non hai moralità: allora sì che definiresti il progresso nei termini di estrarre qualcosa della terra e di venderlo. Abbiamo distrutto l’economia mondiale. Distrutto l’Europa, Africa, gli USA e adesso stiamo facendo il possibile per distruggere anche l’Asia. Si può vedere che l'economia reale è legata al potere creativo della mente e le abilità per scoprire Principi universali della natura che eventualmente migliorino la vita delle persone per kmq di terreno guadagnato alla Natura.

Le élites monetarie
Queste persone vogliono un Impero. E molte persone credono che per avere un Impero c’è bisogno di denaro. Ma il denaro non è il fattore determinante della ricchezza e dello stato dell’Economia. Il denaro non condiziona il progresso del pianeta. C'è una convinzione illusoria che il denaro esprime un valore intrinseco. Il valore si manifesta non come quantità in sé ma come gli effetti di un aumento o una decrescita del potenziale fisico dell’individuo relativo alla densità della popolazione della società. Il valore del denaro non si trova nello scambio individuale ma nell’unità funzionale, chiamata dinamica unificatrice del processo sociale di una nazione. Sai cosa influisce sullo sviluppo di un pianeta? LA MENTE UMANA INFLUISCE su questo sviluppo. E’ così che si misura l’umanità. Ciò che ci rende diversi dagli animali è la nostra capacità di scoprire principi fisici universali. Ci permette di innovare, che a sua volta migliora la vita delle persone. Il progresso dell’umanità, la formazione del potere dell’individuo e la nazione dipendono dai progressi scientifici.

Le idee di Repubblica Nazione Stato e Progresso vanno insieme mano nella mano. Circa 6 secoli e mezzo fa l’Economia europea ha subito un crollo conosciuto con il nome di “Nuova Era Oscura”, il maggior collasso economico e demografico dell’Europa dalla caduta dell’Impero Romano. Fu allora nella metà del XIV secolo che gran parte del potere dell’oligarchia fu disintegrata in forma violenta. Questa disintegrazione ha avuto luogo come un fenomeno repentino di reazione a catena, fu il declino della peggior bolla finanziaria speculativa dei debiti della storia, fino a oggi. E' stato quando crollarono le case banchiere Bardi e Peruzzi. Questa disintegrazione e crollo del debito Lombardo causò un collasso di potere tra le famiglie oligarchiche.

Cosa c’entra questo con il Bilderberg?
La storia moderna ha sostituito in quel momento la storia medievale e furono create le istituzioni che distinguono la storia moderna da quella del medioevo. Questo avvenne nel 1439 al Concilio di Firenze. Quali furono quelle nuove istituzioni?
  • 1-La concezione delle Repubbliche moderne Stato-Nazione sotto il governo del Diritto Naturale.
  • 2-Il ruolo centrale della promozione del progresso scientifico e tecnologico come obbligo per la Repubblica.
Queste due linee rappresentano argomenti cruciali: la loro esistenza sotto forma di istituzioni, in qualunque parte dell’Europa, ha cambiato tutto nel territorio europeo. Perché? Perché questi cambiamenti hanno aumentato il progresso “pro capite e per kmq” dell’umanità rispetto alla natura.
Quindi, nessuna nazione poteva permettersi di non progredire, non avanzare, per paura a rimanere terribilmente indietro. Questo è ciò che sta dietro il feroce conflitto di più di 650 anni tra le forze che rappresentano la cultura classica di Solone, Socrate e Platone contro le forze rappresentanti del male con la leadership di Venezia ed i suoi seguaci contemporanei personificati dal gruppo Bilderberg.

Il primo successo fu durante la Francia di Luigi XI, che duplicò le entrate pro capite della Francia e sfidò tutti i suoi nemici. Le vittorie di Luigi XI scatenarono una reazione a catena per cercare di stabilire Stati-Nazionie basate su questo stesso modello inglese di Enrico VII così come in altri luoghi.

Costituzione, Diritto Naturale  e benessere sociale
Il Diritto assoluto di una Repubblica sovrana Nazione-Stato a riaffermare la sua sovranità, sfidare le macchinazioni smisurate degli organismi sovranazionali, deriva dal compromesso di efficienza da parte dello Stato per promuovere il benessere generale. Nessun’altra istituzione concepita dall’uomo potrebbe sostituire queste funzioni essenziali che possono essere svolte soltanto da uno Stato così, sotto forma di leggi o fatti. Agire per cercare di annullare uno Stato di questo tipo è un crimine contro l’Umanità. Cioè, annullare il Principio di Sovranità è spogliare le persone dell’insieme dei benefici, di quella protezione che nessun’altro ente potrebbe fornire, un atto indispensabile per assicurare a tutti i cittadini il Diritto ad agire e vivere secondo la natura umana, non come quella di un gregge. 
 
La superiorità dello Stato-Nazione su qualsiasi altra composizione sociale è stato l’impatto provocato dalla lotta delle Nazioni Stato sovrane basate sull principio di benessere generale. Questo fenomeno ha creato quelle condizioni sociali e fisiche che sono indispensabili per dare un impulso alle scoperte scientifiche e al progresso tecnologico. L’aumento della popolazione dai livelli visti nel XIV fino ad ora non sarebbero stati possibili senza un impatto prodotto da un mondo in libertà generato dall’apparizione degli Stati-Nazione, in almeno parecchi casi.
 
Se sei del Bilderberg e compagnia, vorrai distruggere fino agli ultimi vestigi della Repubblica Nazione Stato.
Di fatto, lo schema per un unico Super Stato Europeo sotto il comando oligarchico privato è stata la pietra angolare per tutti i movimenti fascisti del XX secolo in Europa, dal movimento sinarchico originale fino a Hitler, Mussolini, attraverso l'Unione Pan-Europea o l'Europa-Nazione di Sir Oswald Mosley. In ogni caso il piano implicava una dittatura imperiale dall'alto in tutto il territorio europeo, amministrato attraverso strutture di potere decentralizzate, soffocando lo Stato-Nazione e attaccando la sua vitalità.

Trattato di Lisbona
Bene, qui vediamo che uno dei pericoli di tutta la trama dell’UE è ovviamente il Trattato di Lisbona che ha sostituito la Costituzione Europea. Un trucco sofisticato per rendere il mostro di Lisbona ancora più appetibile è stato quello di presentarlo come una base necessaria dell’identità europea per contrarrestrare l’aggressiva e la negativa influenza nordamericana sul resto del continente. Ma questo è falso. Allo stesso tempo, mentre si definisce chiaramente la fusione tra l’UE e la NATO ed il movimento di espansione verso l’Est è evidente che quello che abbiamo è una strategia un tanto imperialista di confronto con la Cina e la Russia, qualcosa che queste due nazione, per molto tempo, hanno capito bene.

Il mondo di oggi è guidato da sistemi monetari, non da sistemi di credito nazionali. Se sei sveglio non vuoi che il mondo sia governato da un sistema monetario. Ti interessa avere Stati-Nazione che funzionano con i loro propri sistemi di credito, che sarebbero sistemi di credito basati sulla loro moneta propria. Va sottolineato qui che la possibilità di creazione di credito produttivo, non inflazionistico, da parte dello Stato, è un punto che è espressamente dichiarato nella Costituzione Statunitense ed escluso dal trattato di Maastricht come metodo per determinare la politica economica e finanziaria.

Tuttavia, in Europa questo non si può fare perché qui i governi sono soggetti al controllo degli interessi bancari privati chiamati sistema bancari indipendenti. Queste istituzioni hanno il potere di regolare e dettare norme al governo. Pensiamo a questa Istituzione la cui costruzione in Europa si chiama BCE. Cerca di funzionare come una Banca Centrale Europea indipendente che non ha nessun altro sopra. Non c’è governo. Non c’è Nazione. Si tratta di un gruppo di nazioni che operano sotto il comando di una banca centrale privata. 

Non lo vedete? Appartenere a questo gruppo è una pazzia. La presunta “indipendenza” della BCE è il meccanismo di controllo decisivo in favore degli interessi finanziari privati, creati storicamente in Europa come strumento autoritario da usare contro la politica economica basata sugli Stati-Nazione orientati verso il benessere generale. La Banca Europea è un vestigio della società feudale nella quale gli interessi privati, tipicamente rappresentati dai vecchi cartelli veneziani o dalla Lega Lombarda decaduti nell’Età Oscura del XIV secolo.

La crisi monetaria è un riflesso dell’insana imposizione di un processo di distruzione dell’economia fisica. Il motivo per il quale abbiamo una crisi di decomposizione non è la fluttuazione dei mercati finanziari. Il problema è che siamo in “modalità” di iperinflazione: questo significa che se considerate la quantità di denaro in teoria in circolazione e dopo la percentuale di quel denaro che corrisponde ad una realtà fisica vedrai che la seconda quantità si è ridotta, quasi fino a ZERO. Ma non è questa la crisi! La crisi è la produzione fisica pro capite. Le risorse dalle quali dipende questa produzione si stanno esaurendo.

Grande Depressione: Trasferimento della Ricchezza
La Grande Depressione non fu un avvenimento che ha spazzato via dalla mappa i capitalisti USA. E’ stato un avvenimento che rese i ricchi più ricchi a causa del trasferimento della ricchezza dal popolo nelle mani di quelli che già possedevano. Fu così che la Bank of America ottenne miliardi in profitti con i pignoramenti del periodo 1927-1937. Che nessuno creda  neanche per un istante che i più ricchi usciranno feriti dal collasso che si avvicina. Gli unici feriti saremo noi.

Guardate la Grecia. Guardate l'Irlanda. Quello che cercano di fare è di far esplodere il sistema senza lasciare che la Grecia riorganizzi il suo sistema la stanno trasformando in uno strumento, chiedendo che il debito greco sia compensato dall’Europa. Ma questo debito non vale nulla! E’ uno spreco, denaro di Monopoli. Anche se, naturalmente, alla richiesta dell' Europa, che a sua volta ha subito un crollo finanziario, che assorba un debito impagabile, che i greci, certamente, non potranno MAI pagare indica che SICURAMENTE si distruggerà l’Europa. E questo sta succedendo di proposito, perchè nessuno, neanche Barroso che è un incompetente, crede che la Grecia, l'Irlanda, il Portogallo e la Spagna possano essere salvati.

Liberiamoci della burocrazia di Bruxelles. Licenziamo a tutti. Sono inetti. Questa gente non ha fatto nulla di utile nella loro vita. Liberiamoci di Barroso.E’ stato rimandato in storia alle superiori. Togliamoci di dosso lo “straccio bagnato” di Van Rompuy, non perché sia un fastidio inservibile ma perché è malvagio e molto pericoloso. Non è la prima volta che un tipo senza cuore e maligno riesce a farsi posto nelleviscere del potere.

Ad esempio, ci hanno detto che dobbiamo salvare l’euro. Il fallimento dell’euro farà si che crolli l’UE. Questa è una bugia. Invece di mantenere un’Unione Monetaria debole e disfunzionale si  dovrebbe ritornare alle Repubbliche Stato-Nazione, l’Europa delle Patrie.

La verità si basa sulla posizione suprema nell'ordine delle cose. La vera Sovranità non si trova nell’opinione popolare ma nei processi creativi della mente umana individuale.

La diversità culturale non è soltanto un sigillo di qualità che segnala il progresso dell’umanità ma è anche una polizza assicurativa contro l’estinzione della specie. Una volta nato, il concetto di Stato Nazione non muore mai; aspetta solo che gli esseri umani coraggiosi e sani escano a difenderlo, per perfezionare il concetto. Quindi, dovrebbe essere una fraternità di Nazioni, di nazioni sovrane, unite con uno scopo comune per l’Umanità. Finchè saremo in grado di trasportare l’umanità verso l’età della ragione, la storia in realtà, sta acquistando forma non per la volontà delle masse umane, ma per un pugno di coloro che bene o male, dirigono il destino di tutta l’umanità come se fosse una mandria al pascolo.
E a volte, anche al macello

Grazie per la vostra attenzione.

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

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